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Con la Valnerina il comprensorio di Spoleto ha 61mila abitanti. Per una scellerata decisione della Giunta Tesei-Coletto l’ospedale di Spoleto, ai tempi della covid-follia, venne privato del reparto di ostetricia e ginecologia. Un provvedimento sbagliato diventato definitivo. Peggio ancora prelude a ulteriori dismissioni. E’ l’ennesimo colpo inferto alla sanità pubblica umbra. Gli orgogliosi cittadini di Spoleto, infuriati, si sono organizzati per obbligare la Giunta regionale a fare dietrofront. Il 23 settembre 2023 ci fu la prima grande manifestazione pubblica di protesta. Ora è in corso una grande raccolta di firme. Hanno firmato 6.800 persone. Chiunque abbia a cuore i diritti sociali è dalla parte degli spoletini.
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DATA DEL VOTO: BASTA CON QUESTA MANFRINA
Comunicato StampaA meno di due mesi dalla fine della legislatura agli umbri è impedito di conoscere la data del voto delle elezioni regionali. Il Fronte del Dissenso, tramite il suo candidato alla Presidenza della regione Umbria, Moreno Pasquinelli, ha diffuso una dura nota di protesta indirizzata alla Presidente Donatella Tesei. «Mentre sia l’Emilia Romagna sia la Liguria hanno fissato le rispettive date del voto, la Presidente, venendo meno ai suoi doveri e a consolidata prassi istituzionale, esita a convocare le elezioni. Siccome il governo ha rifiutato di indire un illogico Election Day, la Tesei è tenuta a dirci subito la data del voto». Pasquinelli si chiede quindi: «Perché mai questa reticenza? La ragione è che a Roma i leader del centrodestra non riescono a trovare un accordo su come spartirsi le poltrone delle presidenze delle regioni che andranno al voto». La nota del Pasquinelli così si conclude: «Gli umbri non possono essere trattati come sudditi, ne hanno abbastanza degli intrighi e dei giochetti nei palazzi romani. Basta con questa stucchevole manfrina».
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ASSESSORE FIORONI, DICIAMO LE COSE COME STANNO
Comunicato stampaAlle porte delle elezioni fioccano le promesse (di chi sta all’opposizione) e le mance (di chi sta al governo).
L’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Michele Fioroni, esulta perché la Giunta ha destinato 8,5 milioni di € alle piccole e medie imprese (PMI). Finanziati 71 progetti di altrettante imprese. Sarebbe interessante sapere chi ha usufruito di questi finanziamenti. Il sospetto è che i piccoli non abbiano preso un soldo (il 95% delle imprese umbre non supera i 10 addetti). Ma lasciamo stare i sospetti e facciamo due conti. Si scopre che quella di cui si vanta Fioroni non è nemmeno una mancia ma una mancetta. Tenuto conto che le entrate di competenza (quello che la Regione riscuote al netto dei finanziamento statali alla sanità) dell’Umbria ammontano a 3,5 miliardi di euro, e 8,5milioni fanno la miseria dello 0,3% delle entrate regionali. Se a queste sommiamo i 5,1 miliardi di € del PNRR, abbiamo che il finanziamento di cui si vanta Fioroni ammonta allo 0,1% delle disponibilità della regione. Assessore, le bugie hanno le gambe corte.ufficiostampa@morenopasquinellipresidente.it
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NIENTE PIÙ ASILI NIDO NEI COMUNI DI MONTAGNA
Comunicato StampaUna decisione con conseguenze gravissime. Il decreto ministeriale n. 79 del 30 aprile 2024, concernente gli asili nido, taglia completamente fuori dai finanziamenti i piccoli Comuni montani (fondi del famigerato PNRR). I contributi sono infatti parametrati sulla popolazione residente: se nel Comune non ci sono almeno 60 bambini nella fascia d’età 0-2 anni, niente aiuti pubblici. Si tenga conto che in Italia abbiamo almeno 5.500 piccoli comuni con meno di tremila abitanti. Si tratta dell’ennesimo taglio alla spesa pubblica che in questo caso accrescerà lo spopolamento degli Appennini e delle zone montane. Aiutare i piccoli Comuni di montagna a garantire l’accesso a tutti i bambini da 8 mesi in poi, consente alle giovani famiglie di continuare a vivere nel proprio Comune senza doversi trasferire. Per ogni bambino in un Nido ci sono almeno tre persone che rimangono a vivere in montagna. Le autorità regionali, in questo caso l’assessore regionale Paola Agabiti e i due presidenti delle province di Perugia (Stefania Proietti) e di Terni (Laura Pernazza), avrebbero dovuto opporsi alla decisione del governo di Roma (come hanno fatto altre regioni). Invece non hanno alzato un dito.
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Brevi considerazioni
VUOI DARCI UNA MANO PER LE ELEZIONI?