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DIAMO UNA SECONDA VITA ALLE PROVINCE
Comunicato Stampa di Moreno PasquinelliDomenica 29 settembre, nell’indifferenza generale, 800 tra sindaci e consiglieri comunali andranno al voto per rinnovare il Consiglio provinciale di Perugia, attualmente presieduto dal sindaco di Assisi Stefania Proietti. Siccome non potevano essere abolite del tutto visto l’art.129 della Costituzione, per obbedire alla richiesta dell’Unione europea di tagliare la spesa pubblica, il governo Renzi-Delrio abolì l’elezione diretta dei consiglieri e fece diventare le Province dei POLTRONIFICI, col risultato di accentrare tutti i poteri nella Regioni. Basta andare sul sito della Provincia di Perugia per rendersi conto che l’ente presieduto dalla Proietti (in tutt’altro affaccendata) non solo è inutile, è un ENTE FANTASMA. Che la decisione del governo Renzi fu sciagurata, non lo diciamo solo noi del Fronte del Dissenso, ce lo dicono i fatti. Del disastro se ne sono resi conto anche a Roma. Non è un caso che in Parlamento ci sono sei disegni di legge (FdI, Lega, FI e lo stesso PD) già depositati per far ritornare le Province ad essere organismi utili ai cittadini e soprattutto eletti dai cittadini.
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L’EOLICO NON È LA SOLUZIONE, È UN PROBLEMA
Perché nascondono l’alternativaComunicato Stampa di Moreno Pasquinelli
Lo scempio non si ferma agli Appennini. Il TAR dell’Umbria ha respinto i ricorsi dell’associazione di cittadini NOVA contro la realizzazione di sette gigantesche pale eoliche nei comuni di Orvieto e Castel Giorgio. Risultati: danni irreversibili ad ambiente e paesaggio, svalutazione dei terreni agricoli e abitazioni adiacenti, quindi danni letali al turismo. Una decisione, quella del TAR, in linea con le direttive dell’Unione europea, del governo Meloni, quindi della giunta Tesei e della finta opposizione di sinistra. In nome del “green” si distruggono il verde e la natura… e si danno un sacco di soldi del PNRR alle multinazionali. L’alternativa all’eolico c’è, si chiama fotovoltaico (AUR ci dice che il fotovoltaico è sfruttato in Umbria solo al 7%), meno costoso dell’eolico, meno impattante, e più vantaggioso in termini di Kwh. Evitando ogni ulteriore consumo di suoli agricoli ma con installazioni sopra i capannoni industriali (molti dei quali dismessi) si produrrebbero ben 2,4 miliardi di Kwh.
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FLAGELLO CINGHIALI
Fatti non chiacchiereComunicato Stampa di Moreno Pasquinelli
“Pieve Santo Stefano (AR): un motociclista muore schiantandosi contro un cinghiale”. Doveva scapparci un altro morto per riportare all’attenzione la sciagura rappresentata dai cinghiali. Tanti gli incidenti stradali nella nostra regione causati dall’urto con questi ungulati — che non vengono più denunciati essendo stato abolito nel 2016 dalla precedente giunta di centrosinistra, il risarcimento diretto del danno. Con una popolazione stimata di 150mila capi in Umbria e una capacità riproduttiva spaventosa, i danni che causano questi animali (non autoctoni ma importati a scopi di caccia) sono incalcolabili. Gli agricoltori ne pagano un prezzo altissimo (con risarcimenti risibili che vengono erogati troppo tardi). Nelle zone appenniniche oramai si rinuncia addirittura alle semine. Ma i cinghiali, lo segnaliamo agli animalisti che, a parole, hanno tanto a cuore la tutela della fauna selvatica, sono un flagello anche per la biodiversità e molte altre specie viventi: alcune sono a rischio estinzione. Da anni si discute di come debellare questo flagello, senza successo. Nell’aprile del 2021 l’assessore regionale all’agricoltura Roberto Morroni istituì un “tavolo permanente” per “monitorare e condividere strategie e misure di contenimento”. Sono passati tre anni. Risultato? Zero carbonella. Se la soluzione, lo diciamo ai leghisti, non può essere dare mano libera ai cacciatori, inaccettabili sono le resistenze degli animalisti che respingono ogni pratica di contenimento di una specie invasiva e distruttiva. Prima di tutto vengono l’armonia con la natura circostante, la civiltà e l’essere umano con le sue attività quali il lavoro nei campi (che non possono diventare innaturali aree elettrificate). La Giunta regionale istituisca subito un organismo col compito di adottare un piano per eliminare questa piaga, con rappresentanti delle diverse comunità territoriali e degli agricoltori, con zoologi e biologi come consulenti.
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LISTE ATTESA SBLOCCATE: SARÀ VERO?
Curarsi è un diritto, non un lusso!Comunicato Stampa di Moreno Pasquinelli
La Giunta regionale esulta per il successo del “piano di recupero delle prestazioni in lista di attesa”. Si sostiene che la “capacità di risposta delle aziende sanitarie ha recuperato i livelli pre-covid”. A pensare male si fa peccato, ma qualche volta ci si azzecca… Non sarà che tanto tripudio si spiega con le elezioni regionali alle porte? Che ci sia una vera inversione di tendenza lo sapremo davvero solo fra qualche mese; in estate c’è sempre un calo fisiologico delle richieste di prestazione. C’è poi da considerare che in tanti, stanchi di aspettare e di essere sballottolati in tutta la regione, si rivolgono oramai alle cliniche private. Non ci sono dati certi ma il sospetto è che ci sia una relazione inversa tra le richieste di prestazioni sanitarie nel settore pubblico e quello privato. C’è chi può permettersi di spendere centinaia di euro per una prestazione urgente, molti no: l’Umbria registra infatti uno dei tassi più alti di rinuncia alle cure. Resta che questo governo segue la linea di quelli precedenti di centro-sinistra: la spesa per la sanità, rispetto al Pil continua a scendere. Le liste di attesa si abbatteranno solo con forti investimenti nella sanità pubblica, eliminando il tetto di spesa per il personale, offrendo stipendi più alti a medici e infermieri. E’ vero che la Tesei e Coletto hanno trovato una situazione già pregiudicata dalla precedente amministrazione, con loro è diventata disastrosa. Curarsi è un diritto, non un lusso!
11 agosto 2024
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Brevi considerazioni
VUOI DARCI UNA MANO PER LE ELEZIONI?