SE LA PEZZA È PEGGIORE DEL BUCO
In risposta a Valerio Mancini sul “termovalorizzatore”
Con un lungo intervento sul Corriere dell’Umbria del 14 agosto, il consigliere regionale della Lega Valerio Mancini, interviene sulla controversa questione del “termovalorizzatore” (che sarebbe ora di chiamare col suo vero nome: INCENERITORE). Mancini ha ragione ad attaccare il centro-sinistra che oggi, a scopi meramente elettorali, dice no mentre fu proprio la Giunta a guida PD della Lorenzetti, nel 2009, a prevederne ben due. Poi però, nel difendere il Piano Rifiuti della Giunta Tesei (che appunto ricalca quello del centro-sinistra), Mancini, tace sui danni ambientali dell’inceneritore — le cui emissioni contengono infatti polveri fini, ossido di carbonio, acido cloridrico, acido fluoridrico, anidride solforosa, anidride carbonica, metalli pesanti come cadmio, piombo e mercurio, diossine, furani e idrocarburi policiclici. Quindi Mancini mente sostenendo che ciò farebbe parte del “pacchetto europeo sull’economia circolare del 2018”. Mancini dovrebbe sapere (chieda al suo Ministro Fratin!) che dopo quello del 2018 è venuto il Regolamento europeo del 2021 incardinato sul principio DNSH, ovvero di “non arrecare un danno significativo” all’ambiente. In base al DNSH gli impianti di “termovalorizzazione” sono categoricamente esclusi dalle tipologie di progetti finanziabili, sia perché dannosi per l’ambiente, sia perché in contrasto con l’economia circolare. L’economia circolare è in effetti la soluzione, ciò che implica porre fine all’ossessione capitalistica della crescita infinita, al consumismo dissennato, alla proliferazione di imballaggi e plastiche, all’abitudine dell’usa e getta e del monouso. Un governo serio dovrebbe agire in base ad un progetto ambizioso, non limitarsi a mettere pezze (che in questo caso è peggiore del buco). L’Umbria dovrebbe diventare un esempio di regione virtuosa nel ciclo integrato dei rifiuti. Così i cittadini potranno anche liberarsi dal castigo della TARI, che in Umbria è tra le più alte d’Italia.
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