MORENO PASQUINELLI PRESIDENTE

Umbria elezioni regionali 2024

  • Inceneritore? No grazie!

    SE LA PEZZA È PEGGIORE DEL BUCO
    In risposta a Valerio Mancini sul “termovalorizzatore”

    Con un lungo intervento sul Corriere dell’Umbria del 14 agosto, il consigliere regionale della Lega Valerio Mancini, interviene sulla controversa questione del “termovalorizzatore” (che sarebbe ora di chiamare col suo vero nome: INCENERITORE). Mancini ha ragione ad attaccare il centro-sinistra che oggi, a scopi meramente elettorali, dice no mentre fu proprio la Giunta a guida PD della Lorenzetti, nel 2009, a prevederne ben due. Poi però, nel difendere il Piano Rifiuti della Giunta Tesei (che appunto ricalca quello del centro-sinistra), Mancini, tace sui danni ambientali dell’inceneritore — le cui emissioni contengono infatti polveri fini, ossido di carbonio, acido cloridrico, acido fluoridrico, anidride solforosa, anidride carbonica, metalli pesanti come cadmio, piombo e mercurio, diossine, furani e idrocarburi policiclici. Quindi Mancini mente sostenendo che ciò farebbe parte del “pacchetto europeo sull’economia circolare del 2018”. Mancini dovrebbe sapere (chieda al suo Ministro Fratin!) che dopo quello del 2018 è venuto il Regolamento europeo del 2021 incardinato sul principio DNSH, ovvero di “non arrecare un danno significativo” all’ambiente. In base al DNSH gli impianti di “termovalorizzazione” sono categoricamente esclusi dalle tipologie di progetti finanziabili, sia perché dannosi per l’ambiente, sia perché in contrasto con l’economia circolare. L’economia circolare è in effetti la soluzione, ciò che implica porre fine all’ossessione capitalistica della crescita infinita, al consumismo dissennato, alla proliferazione di imballaggi e plastiche, all’abitudine dell’usa e getta e del monouso. Un governo serio dovrebbe agire in base ad un progetto ambizioso, non limitarsi a mettere pezze (che in questo caso è peggiore del buco). L’Umbria dovrebbe diventare un esempio di regione virtuosa nel ciclo integrato dei rifiuti. Così i cittadini potranno anche liberarsi dal castigo della TARI, che in Umbria è tra le più alte d’Italia.

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  • Ripristinare le provincie

    DIAMO UNA SECONDA VITA ALLE PROVINCE
    Comunicato Stampa di Moreno Pasquinelli

    Domenica 29 settembre, nell’indifferenza generale, 800 tra sindaci e consiglieri comunali andranno al voto per rinnovare il Consiglio provinciale di Perugia, attualmente presieduto dal sindaco di Assisi Stefania Proietti. Siccome non potevano essere abolite del tutto visto l’art.129 della Costituzione, per obbedire alla richiesta dell’Unione europea di tagliare la spesa pubblica, il governo Renzi-Delrio abolì l’elezione diretta dei consiglieri e fece diventare le Province dei POLTRONIFICI, col risultato di accentrare tutti i poteri nella Regioni. Basta andare sul sito della Provincia di Perugia per rendersi conto che l’ente presieduto dalla Proietti (in tutt’altro affaccendata) non solo è inutile, è un ENTE FANTASMA. Che la decisione del governo Renzi fu sciagurata, non lo diciamo solo noi del Fronte del Dissenso, ce lo dicono i fatti. Del disastro se ne sono resi conto anche a Roma. Non è un caso che in Parlamento ci sono sei disegni di legge (FdI, Lega, FI e lo stesso PD) già depositati per far ritornare le Province ad essere organismi utili ai cittadini e soprattutto eletti dai cittadini.

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  • Palle eoliche

    L’EOLICO NON È LA SOLUZIONE, È UN PROBLEMA
    Perché nascondono l’alternativa

    Comunicato Stampa di Moreno Pasquinelli

    Lo scempio non si ferma agli Appennini. Il TAR dell’Umbria ha respinto i ricorsi dell’associazione di cittadini NOVA contro la realizzazione di sette gigantesche pale eoliche nei comuni di Orvieto e Castel Giorgio. Risultati: danni irreversibili ad ambiente e paesaggio, svalutazione dei terreni agricoli e abitazioni adiacenti, quindi danni letali al turismo. Una decisione, quella del TAR, in linea con le direttive dell’Unione europea, del governo Meloni, quindi della giunta Tesei e della finta opposizione di sinistra. In nome del “green” si distruggono il verde e la natura… e si danno un sacco di soldi del PNRR alle multinazionali. L’alternativa all’eolico c’è, si chiama fotovoltaico (AUR ci dice che il fotovoltaico è sfruttato in Umbria solo al 7%), meno costoso dell’eolico, meno impattante, e più vantaggioso in termini di Kwh. Evitando ogni ulteriore consumo di suoli agricoli ma con installazioni sopra i capannoni industriali (molti dei quali dismessi) si produrrebbero ben 2,4 miliardi di Kwh.

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  • Un flagello da debellare

    FLAGELLO CINGHIALI
    Fatti non chiacchiere

    Comunicato Stampa di Moreno Pasquinelli

    “Pieve Santo Stefano (AR): un motociclista muore schiantandosi contro un cinghiale”. Doveva scapparci un altro morto per riportare all’attenzione la sciagura rappresentata dai cinghiali. Tanti gli incidenti stradali nella nostra regione causati dall’urto con questi ungulati — che non vengono più denunciati essendo stato abolito nel 2016 dalla precedente giunta di centrosinistra, il risarcimento diretto del danno. Con una popolazione stimata di 150mila capi in Umbria e una capacità riproduttiva spaventosa, i danni che causano questi animali (non autoctoni ma importati a scopi di caccia) sono incalcolabili. Gli agricoltori ne pagano un prezzo altissimo (con risarcimenti risibili che vengono erogati troppo tardi). Nelle zone appenniniche oramai si rinuncia addirittura alle semine. Ma i cinghiali, lo segnaliamo agli animalisti che, a parole, hanno tanto a cuore la tutela della fauna selvatica, sono un flagello anche per la biodiversità e molte altre specie viventi: alcune sono a rischio estinzione. Da anni si discute di come debellare questo flagello, senza successo. Nell’aprile del 2021 l’assessore regionale all’agricoltura Roberto Morroni istituì un “tavolo permanente” per “monitorare e condividere strategie e misure di contenimento”. Sono passati tre anni. Risultato? Zero carbonella. Se la soluzione, lo diciamo ai leghisti, non può essere dare mano libera ai cacciatori, inaccettabili sono le resistenze degli animalisti che respingono ogni pratica di contenimento di una specie invasiva e distruttiva. Prima di tutto vengono l’armonia con la natura circostante, la civiltà e l’essere umano con le sue attività quali il lavoro nei campi (che non possono diventare innaturali aree elettrificate). La Giunta regionale istituisca subito un organismo col compito di adottare un piano per eliminare questa piaga, con rappresentanti delle diverse comunità territoriali e degli agricoltori, con zoologi e biologi come consulenti.

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DAL SITO NAZIONALE DEL FRONTE DEL DISSENSO

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