Erano i tempi bui del Covid-19, i tempi della vaccinazione obbligatoria, i tempi della paura collettiva e della sospensione delle libertà.
Certi dei gravi danni alla salute che quel farmaco sperimentale avrebbe potuto causare, centinaia di medici lungimiranti esentarono alcuni loro pazienti dall’obbligo vaccinale.
Vennero espulsi dall’ordine, vilipesi, considerati “assassini”.
Quei medici coraggiosi meriterebbero una medaglia al merito, invece vengono ancora oggi perseguitati.
È il caso di tre medici umbri che stanno subendo un processo penale.
La Tesei, ben tre anni dopo i fatti, con crudele atto persecutorio, si è costituita parte civile nel processo contro i tre, con richiesta di risarcimento del “danno”. Danno? La verità è che risarciti dovrebbero essere i cittadini che hanno subito pesanti effetti avversi.
La Tesei è ancora in tempo per chiedere perdono agli umbri per aver patrocinato un farmaco letale. Compia un gesto di buon senso e, per la sua stessa dignità, si ritiri dal processo.
La Tesei chieda perdono
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