MORENO PASQUINELLI PRESIDENTE

Umbria elezioni regionali 2024

  • Il Fronte con la Proietti?

    E’ stata resa nota la scheda elettorale che gli umbri si troveranno davanti nelle elezioni regionali del 17 e 18 novembre.
    L’ordine dei simboli è stato deciso per sorteggio il 21 ottobre presso l’Ufficio Unico Circoscrizionale.
    Al FRONTE del DISSENSO è toccata l’ottava posizione, ma al momento della collocazione sulla scheda elettorale ci hanno confinato immediatamente sotto il listone di centro-sinistra capeggiato dalla Proietti.
    Come FRONTE abbiamo inoltrato istanza di reclamo al Collegio Regionale di Garanzia poiché quel posizionamento è illogico, non solo danneggia il FRONTE, può anche trarre in inganno gli elettori facendo pensare che facciamo parte della coalizione di centro-sinistra.
    Un’adeguata collocazione del nostro contrassegno poteva ben essere in alto a destra, primo della quarta ed ultima colonna, nel rispetto del sorteggio e degli spazi della scheda di voto.
    Manco a dirlo, in base a cavilli formali, e senza spiegazioni nel merito, il nostro ricorso è stato respinto.

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  • Donne tante, mamme poche

    UMBRIA: 50% nascite in meno nel giro di 15 anni. Un vero CROLLO. Nel 2008 nacquero in Umbria 8.271 creature, nel 2023 4.766. Lo diciamo per l’ennesima volta, di questo passo l’Umbria diventa un ospizio per anziani.
    In assenza di decisioni coraggiose a livello statale, la Regione non può fare miracoli, ma la Tesei ci risparmi le sue bufale.
    Lo stanziamento di 860mila euro per accedere al cosiddetto “bonus bebè” è una marchetta elettorale. Siccome si calcolano 1.720 richieste ogni mamma riceverà 464 euro, 30 euro al mese.
    Notate che l’aiuto è destinato ai nati dall’ottobre 2023 al settembre 2024. I nati dopo sono figli di un Dio minore.
    Comunque una truffa. Da entrate di cassa e finanziamenti PNRR l’Umbria muove 10miliardi. La mancetta del “bonus bebè” equivale alla ridicola percentuale dell 0,018!
    La Regione deve erogare contributi più sostanziosi se vuole davvero frenare il declino demografico.

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  • Intervista a Moreno Pasquinelli

    Abbiamo chiesto a Moreno Pasquinelli, candidato alla Presidenza per il Fronte del Dissenso, quale sarebbe, in ordine di importanza, il primo provvedimento in caso di vittoria elettorale.

    Pasquinelli:
    «Non c’è dubbio che la priorità è attuare una profonda riforma della sanità umbra. Lo scandalo delle liste di attesa, con conseguente pellegrinaggio dei cittadini per curarsi o svolgere visite diagnostiche, è la punta dell’iceberg. Grazie alla mala gestio Tesei-Coletto si è deliberatamente indebolito il settore pubblico a vantaggio di quello privato: se vuoi curarti paghi, anche cifre molto salate. Il risultato è che un umbro su dieci rinuncia a curarsi. E’ una vergogna! Che tipo di riforma della sanità proponiamo? Che vada alla radice del problema. In estrema sintesi: occorre tornare ad una efficace a capillare medicina territoriale, rivalorizzando e premiando i medici di famiglia, ridurre l’affollamento nei pronto soccorso curando le persone a casa e nei luoghi di residenza, potenziando ospedali e presidi pubblici di zona, difendendo la libertà di scelta terapeutica contro ogni trattamento sanitario obbligatorio, contrastando le multinazionali farmaceutiche che ci vogliono malati per fare profitti.
    Tuttavia la catena va afferrata dall’anello giusto….»

    Ci spieghi

    «Se la politica ha fatto così tanti errori è perché la casta dei politici si è completamente staccata dalle persone, essi vivono arroccati nel Palazzo, non hanno una corretta percezione dei bisogni e dei gravi problemi della grande maggioranza, finendo quindi per diventare ostaggio dei poteri forti. Le cause di questa degenerazione sono molte ma una delle principali è squisitamente politica: la nascita, voluta da destra e sinistra, della cosiddetta “Seconda Repubblica”.
    Accanto alla nuova economia di matrice neoliberista, in nome della “governabilità”, venne artificialmente fondato un modello istituzionale verticistico e antidemocratico, adottato un sistema elettorale bipolarista truffaldino cosiddetto “maggioritario” che in pratica consente ad una minoranza di governare. La conseguenza è appunto che la metà dei cittadini non solo non segue la politica ma la rifiuta.
    Un esempio rende bene la situazione: oggi vanno a votare poco più della metà degli italiani (a volte anche meno). Ciò riguarda anche le elezioni regionali in Umbria. Ricordo che nel 1985, nella vituperata Prima Repubblica, quando ancora i valori e le ideologie erano importanti, votarono 611mila umbri, il 92,51%. Cifre di partecipazione politica che oggi ci sogniamo.»

    Quindi?

    «Siamo i soli in questa campagna elettorale a sostenere che la prossima Legislatura debba essere una Legislatura Costituente. Ciò significa che accanto alla gestione ordinaria e straordinaria degli affari sociali, il Consiglio Regionale deve rimettere mano allo Statuto Regionale e sfornare una nuova legge elettorale democratica cancellando quella adottata nel 2015 (proposta dal centro-sinistra e non per caso votata anche dal centro-destra) che consente ad una minoranza di avere tutto il potere. Va rimessa la politica accanto ai cittadini, adottando una legge elettorale proporzionale, cancellando la figura del governatore-presidente, riducendo drasticamente i costi della macchina burocratica regionale, dimezzando gli stipendi di consiglieri, assessori e figure amministrative apicali, abolendo i vitalizi, scomponendo e riorganizzando gli attuali elefantiaci assessorati. Se la casta dei politicanti farà muro, siamo pronti a ricorrere, come prevede il pur angusto Art.24 dello Statuto regionale, ad un Referendum regionale abrogativo dell’attuale legge elettorale.»


  • La Tesei e i marziani del G7

    In Umbria, nelle sembianze di ministri dei paesi del G7, sono sbarcati i marziani.
    La Tesei li ha accolto in pompa magna, giurando loro solennemente che i disabili umbri non saranno lasciati soli!
    Bugiarda!
    In Umbria (46mila persone con disabilità, di cui 3mila minori e altri affetti da disabilità molto gravi), i cui costi di cura e riabilitazione ricadono in larga parte sulle famiglie che fanno sacrifici enormi per assistere i loro cari.
    Per questo alcune famiglie umbre hanno chiesto l’approvazione di una delibera affinché fossero elargiti contributi per persone affette da gravi disabilità. Si trattava di 2 milioni di euro, lo zero virgola del bilancio regionale.
    Nella seduta del 24 settembre scorso del Consiglio regionale la delibera in questione è stata però bocciata grazie al voto contrario della Giunta Tesei e dei partiti di maggioranza. Della serie: predicare ben e razzolare male.

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DAL SITO NAZIONALE DEL FRONTE DEL DISSENSO

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